Monika Grycko al museo

0 Posted by - 1 Luglio 2016 - Territorio

MUSEO CARLO ZAULI
Padiglione Estate

4 LUGLIO h 21

opening

Monika Grycko / Cultfigure

L’edizione 2016 di MCZ territorio è dedicata alla poliedrica artista polacca, ma oramai faentina di adozione, Monika Grycko, che per la prima volta espone il proprio lavoro nelle stanze del museo faentino.

Come per le precedenti edizioni di MCZ territorio, l’artista è stata invitata a collocare un’installazione all’interno di una delle sale del vecchio laboratorio che, dal 1910 in poi, ha ospitato artigiani ed artisti della ceramica e che, nel 1949, Carlo Zauli acquistò per fondare il proprio studio di scultura.

In questa occasione Monika Grycko ha scelto la storica stanza dei forni quale scenario ed elemento di dialogo per due installazioni molto eterogenee che, con la nitidezza stilistica e la profonda intensità che ne contraddistinguono la ricerca, ruotano intorno al tema della spiritualità. E in questo ci sentiamo di sottolineare quanto la scelta si riveli felice: l’artista ha in questo modo armonizzato il proprio lavoro con le storiche steli zauliane che da sempre abitano questo spazio e che proprio nel rapporto e tra i misteri tra uomo e spiritualità dell’arte pongono la propria ragione d’essere, dando così vita ad una serie di molteplici livelli di lettura e di fruizione delle proprie opere esposte.

Monika Grycko si è diplomata al liceo artistico di Varsavia e successivamente nel 1999 ha conseguito la laurea in Scultura e filosofia presso l’Università e l’Accademia di Belle Arti di Varsavia, nello studio del Prof. Gregorz Kowalski, in un ambiente artistico post concettuale e non figurativo. Per la tesi ha presentato l’installazione “Adamo ed Eva”, esposta successivamente al Centro d’Arte Contemporanea di Varsavia nella personale “Fatal attractions” e poi in altre città polacche.
Nello stesso anno per motivi familiari si trasferisce a Faenza, dove tuttora vive e lavora. A Faenza ha cominciato ad usare il materiale ceramico elaborando una sua particolare tecnica, che non ha molto in comune con la classica produzione locale.
Dopo una pausa dovuta alla maternità, il suo percorso ha costantemente avuto evidenza in diverse mostre in Italia e all’estero: le principali a La Spezia ( “The states of body and mind”), Faenza (“Fragile”, “Il corpo fuori e dentro”, “Transplantman”, “The other gods against my face”, “Ora e Labora”, “Ceramica storia di donne”, “Faenza Experience”, “Figurae”, “Mixentail”), Vittorio Veneto (“Corpi rituali”), Roma (“Oltre Lilith”, “Dimensione Donna/Woman’s Dimension”), Ravenna (“The Lovely Ring”), Milano (“Arte Ceramica Oggi in Italia”), Torino (“Biancaneve” al Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia), Bordeaux (1° Exposition Internationale Peinture-Sculpture), Kiel ( “Kunstraum B gallery”), Bornholm (“European ceramic context 2014”), Udine (“Genetic Lab”), Malta (“The Mdina Cathedral Contemporary art Biennale”), Ptuy -Slovenia (“Dogmaster”, prima mostra personale ospitata nel restaurato Convento Domenicano).
E’ del 2004/2005 la serie di installazioni scultoree “Movimento extremo”, che sono state esposte in diverse sedi, tra cui Genova, Castellamonte, Nove e a Faenza presso il “Circolo degli Artisti”.
Nel frattempo ha consolidato la collaborazione con diverse gallerie d’arte contemporanea, con le quali ha continuato un denso programma di mostre: con “Rebecca Container Gallery a Genova (“Relikt”, “The best of Rebecca Container Vol.2”, “Contemporary Bank”); con Faktory art Gallery a Berlino  (“ You call tell me”), con A+A a Venezia (“V.I.T.R.I.O.L.”,“This Age”), con Galerie Helenbeck a Parigi (“C-ram-X”) e Nizza (“Unexpected visions”, “Hybrids-duo show”); con Paola Cardano Arte Contemporanea a Bologna (“SETUP”) e Bruxelles (“Off”)
Nel 2010 viene selezionata tra i finalisti della Biennale Internazionale  di ceramica contemporanea a Vallauris e vince due premi speciali al Concorso Internazionale Arte Laguna a Venezia: qui entra in contatto con la galleria Bianca Maria Rizzi di Milano, con la quale realizza una serie di mostre (“Dall’animale all’uomo: una storia incredibile”, “Biancaneve” -a Ptuj (Slovenia) in occasione di  Art Stays 2011 e 2016, “STEP09”, Lost Shelf”, “Nero”).
Nel 2016 vince il Premio del pubblico al 59° Concorso Internazionale della ceramica di Faenza, istituito per la prima volta in quell’anno.
Il suo lavoro non riguarda solo le installazioni scultoree, benchè rappresentino il suo campo principale, ma si estende al video (“Personal S”, “Agnus Dei”, “Dona nobis pace”), alla pittura (segnalata nel 2010 al Premio Combat di Livorno), alla fotografia digitale (le serie “Wild Animals City, “Mixentail”) oltre che ad interventi di arte urbana a Faenza (“Supervisori indipendenti”, “Cani”, “Tre topi”).
Di lei hanno scritto Cecilia Maria di Bona, Fabrizio Boggiano, Gabriella Arrigoni, Gian Ruggero Manzoni, Roberta Gucci Cantarini, Stefano Taddei, Joan Abellò Juanpere, Marika Vicari, Sabrina Bellenzier, Stach Szabloski, Stefania Mazzotti, Elisabetta Bovina.
Il suo lavoro è incentrato sulle installazioni scultoree, ma comprende anche pittura, fotografia e video. Le istallazioni possiedono certe caratteristiche della pop-cultura: lisce, narcisistiche, facili da osservare e da piacere, fatte però in modo non industriale -handmade- e questo permette loro di gestire l’espressività in modo istintivo e immediato.
Monika Grycko è molto affezionata al freddo espressionismo dell’ arte nordica medioevale e rinascimentale, soprattutto agli autori anonimi di crocefissi e a Wit Stwosz, Heronimus Bosch, Breughel, Meglmling, artisti che riuscivano a trasmettere un senso di inquietudine e paura come nessuno sapeva fare nei paesi più caldi (e come, molto più tardi, è riuscito a fare nei suoi film David Lynch).

L’installazione sarà visitabile all’interno della Sala dei Forni fino al 30 luglio dal martedì al sabato dalle 10 alle 13, e in occasione delle aperture speciali di MCZ Padiglione Estate ogni lunedì e martedì dalle 21 alle 23.
La sera dell’opening sarà attivo un bar a cura di La Granadilla.
Ingresso gratuito (tranne nella serata dell’11 luglio con Cinemadivino).