Emma Hart in residenza al Museo Carlo Zauli

0 Posted by - 25 Febbraio 2016 - ceramica contemporanea

Vincitrice del Max Mara Art Prize for Women, Emma Hart sarà in residenza al Museo Carlo Zauli nell’autunno 2016.

Siamo lieti di annunciare il coinvolgimento di Museo Carlo Zauli nel Max Mara Art Prize for Women in collaborazione con Whitechapel Gallery. Emma Hart, vincitrice del premio, sarà ospite al Museo Carlo Zauli, durante il suo programma di residenza italiano.

Non è la prima volta che il museo viene coinvolto da importanti istituzioni italiane, operanti nell’arte contemporanea, che hanno la volontà di proporre ai propri artisti esperienze e sperimentazioni legate alla ceramica, o di presentare progetti legati a questo materiale. Recentissime le partnership con Fondazione Bevilacqua La Masa e Via Farini, concretizzatesi in residenze e momenti espositivi a Venezia e Milano, senza dimenticare la mostra commissionata da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e co- curata da Matteo Zauli, ora esposta presso la sede della Fondazione e il Museo Civico Medievale di Bologna.

Questa residenza si distinguerà dalle precedenti sia per la durata sia per le sue caratteristiche: per ben tre mesi Hart utilizzerà il laboratorio del Museo Carlo Zauli come proprio studio. Inoltre l’artista sarà guidata dallo staff del museo non solo nella conoscenza e nell’approfondimento delle tecniche della maiolica faentina, ma anche all’interno del sistema di relazioni sociali e culturali della città.

L’annuncio della vincitrice è stato dato durante la cerimonia che si è tenuta presso la Whitechapel Gallery di Londra il 3 febbraio scorso, a cui ha partecipato anche Matteo Zauli, direttore di MCZ.

Il Premio, che ha cadenza biennale ed è stato istituito nel 2005, sostiene artiste che operano nel Regno Unito e che non hanno mai presentato i loro lavori in una mostra antologica, requisiti che lo rendono unico nel campo dei riconoscimenti per le arti visive nel Regno Unito.
La giuria della sesta edizione del Max Mara Art Prize for Women, presieduta da Iwona Blazwick, OBE, direttrice della Whitechapel Gallery, era composta da: Fiona Bradley, direttrice della Fruitmarket Gallery, Edimburgo; Sarah Elson, collezionista e fondatrice di Launch Pad, che commissiona opere a sostegno di artisti emergenti; Helen Sumpter, critico e Senior Editor / Web Editor di ArtReview, e Alison Wilding, artista e membro dell’Accademia Reale.
A nome della giuria del Max Mara Art Prize for Women, la sua presidente Iwona Blazwick, OBE, direttrice della Whitechapel Gallery, ha affermato: “È apparso evidente che la proposta di Emma Hart affronti un tema profondamente personale, essenziale per la sua vita e il suo lavoro: il potere della famiglia. La giuria è stata colpita dalla profondità e dall’ampiezza dei riferimenti nell’approccio di Hart, dalla Scuola di Milano per la psicoterapia familiare ai romanzi di Elena Ferrante, alla tradizione ceramica italiana della maiolica. Il Premio e la residenza in Italia offrono a Hart una rara opportunità in un importante momento della sua carriera, per un arricchimento e l’elaborazione di un nuovo lavoro. L’equilibrio tra l’approfondimento delle abilità formali e la comprensione dei mezzi espressivi da lei scelti, insieme al tempo e allo spazio per elaborare la sua ricerca, entreranno sicuramente a far parte della sua opera.
Luigi Maramotti, presidente di Max Mara, ha dichiarato: “Il progetto di Emma mi entusiasma molto, perché esplora due campi particolarmente ricchi di competenze in Italia: la psicoterapia e la tradizione ceramica, sia storica che contemporanea. La produzione ceramica è sempre stata caratterizzata da una ricerca innovativa, in particolare a Faenza. Siamo particolarmente interessati a seguire come Emma interpreterà questa tradizione nella sua pratica artistica così personale e contemporanea. Questo Premio, di cui siamo profondamente orgogliosi, è unico nel suo genere in quanto offre alle artiste il tempo, lo spazio e la libertà di creare una nuova opera mentre sono immerse nell’estetica e nella tradizione culturale italiana. Sono molto lieto che, ancora una volta, la famiglia dell’artista l’accompagnerà in questo percorso; da un punto di vista sia personale che artistico tutto questo non farà che arricchire la sua esperienza.”

Emma Hart è nata nel 1974 e vive e lavora a Londra.

Trascorrerà sei mesi tra Lombardia, Umbria ed Emilia-Romagna nel 2016, nell’ambito di una residenza personalizzata rispetto al suo progetto, che verrà successivamente esposto in un’importante mostra personale alla Whitechapel Gallery nel 2017, prima di passare alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia che acquisirà il lavoro.
Emma Hart lavora con ceramica, video, fotografia e suono. La sua ricerca, che convoglia elementi autobiografici, ansie e disagio dell’artista nelle sue opere, esplora le modalità con cui le esperienze e le emozioni reali vengono travisate e attenuate quando catturate dalla macchina fotografica. L’artista dispone fotografie e schermi video in contrasto con forme in creta grezza o ceramiche di dimensioni ingrandite in particolareggiate installazioni che saturano i sensi.
La sua proposta per il Max Mara Art Prize for Women si sviluppa attorno a un tema che è centrale per la vita e il lavoro dell’artista: il potere della famiglia. Nella sua esplorazione dell’unicità dell’ethos e delle tradizioni familiari italiane attraverso simboli, beni e oggetti, oltre ai sistemi e alle relazioni della cultura italiana, Hart intende mettere a nudo gli alti e bassi e le realtà quotidiane della vita familiare anche rispetto al modello italiano.
La residenza progettata “su misura”, organizzata dalla Collezione Maramotti, inizierà nel giugno 2016 e si dividerà tra tre diverse città italiane, Milano, Todi e Faenza. A Milano l’artista passerà due mesi presso Via Farini VIR – DOCVA per un programma internazionale di residenze d’artista. Qui esplorerà la Scuola di Milano (Milan Systems Approach), un metodo sistemico-costruttivista di terapia familiare, e il lavoro pionieristico della psichiatra Mara Selvini Palazzoli, che ha elaborato questo modello terapeutico.

Nella seconda parte della residenza, Hart si trasferirà per tre settimane a Todi, dove avrà tempo per consolidare la sua ricerca presso lo studio dell’artista concettuale Alighiero Boetti, ora gestito dal figlio Matteo Boetti. Hart avrà inoltre l’opportunità di entrare in contatto con le diverse istituzioni culturali della regione, in particolare la Fondazione Burri.Visiterà anche Deruta, la cittadina nota nel mondo per le sue ceramiche.
La residenza terminerà proprio a Faenza, dove Hart studierà e sperimenterà fra settembre e novembre la produzione di ceramiche presso il Museo Carlo Zauli, che dal 2002 porta avanti un programma di residenze internazionali proprio basate sull’incontro fra il materiale della tradizione del territorio e gli artisti contemporanei. Insieme allo staff di MCZ conoscerà la città nei suoi diversi aspetti, con una particolare attenzione alla produzione artigianale, e potrà visitare inoltre il Museo Internazionale delle Ceramiche, luogo unico al mondo, dove avrà l’occasione di studiare le tecniche ceramiche antiche e contemporanee.
Visiterà inoltre le città di Roma e Napoli per soggiorni più brevi per ampliare la sua ricerca.

______________________________________

• Emma Hart vive e lavora a Londra. Le sue recenti mostre personali includono: big MOUTH, Grand Union, Birmingham (2015); Sticky, Austrian Cultural Forum, Londra (2015); Spread, Art Exchange, Colchester (2015); Giving It All That, Folkestone Triennial, Folkestone (2014); Dirty Looks, Camden Arts Centre, Londra (2013); M20 Death Drives, Whitstable Biennale, Whitstable (2012); TO DO, Matt’s Gallery, Londra; Word Processor, Stanley Picker Gallery, Londra (2012). Tra le sue recenti mostre collettive: SUCKERZ, L’etrangere, Londra (2015), insieme a Jonathan Baldock; Only the Lonely, La Galerie-CAC, Noisy-Le-Sec, (2015); Dear Luxembourg, Nosbaum Reding, Lussemburgo (2015); Hey I’m Mr.Poetic, Wysing Arts Centre, Cambridge (2014); Bloody English, OHWOW Gallery, Los Angeles (2013); The World Turned Upside Down, Mead Gallery, Coventry (2013). Nel 2015 ha ricevuto il premio Hamlyn Foundation per le Arti Visive. Hart è stata finalista per i Jarman Awards nel 2013 e ha ricevuto una commissione Random Acts. Nel 2012 è stata finalista per Jerwood / Film and Video Umbrella Awards: Tomorrow Never Knows, con una mostra a Jerwood Space, Londra. Hart è stata residente al Camden Arts Centre con il suo Question Department nel 2009 e nella residenza Forest al Wysing Arts Centre nel 2012. Ha ottenuto un MA in Belle Arti presso la Slade nel 2004 e ha completato il PhD in Belle Arti presso la Kingston University nel 2013. Hart insegna presso la Central Saint Martins per il BA in Belle Arti.

Le precedenti vincitrici del Max Mara Art Prize for Women sono Corin Sworn (2013–2015), Laure Prouvost (2011–2013), Andrea Büttner (2009-2011), Hannah Rickards (2007-2009) e Margaret Salmon (2005-2007).
• Il Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con Whitechapel Gallery, è un premio biennale istituito nel 2005. È l’unico premio per le arti visive dedicato ad artiste del Regno Unito che ha come finalità la loro promozione e valorizzazione, e consente loro di sviluppare le proprie potenzialità usufruendo di tempo e spazio per elaborare i propri progetti artistici. Alla vincitrice è offerto un periodo di residenza in Italia della durata di sei mesi, a misura della sua ricerca artistica e della proposta presentata per il Premio. Durante la residenza, che è organizzata dalla Collezione Maramotti in collaborazione con Max Mara e Whitechapel Gallery, l’artista ha l’opportunità di realizzare un nuovo e ambizioso progetto che sarà successivamente esposto in occasione di due importanti personali alla Whitechapel Gallery di Londra e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia. Il Premio è aperto ad artiste con base nel Regno Unito che lavorano con svariati mezzi espressivi e che non hanno ancora esposto le proprie opere in una mostra antologica. Partner del premio sono Max Mara, Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti, che collaborano in ogni fase del progetto. Ogni anno una giuria presieduta dalla direttrice della Whitechapel Gallery Iwona Blazwick, e comprendente una gallerista, una critica d’arte, un’artista e una collezionista, sceglie una rosa di cinque finaliste prima di assegnare il premio alla vincitrice in base al valore del progetto presentato. Il Max Mara Art Prize for Women ha ricevuto il riconoscimento del British Council Arts & Business International Award nel 2007 e ha permesso alle artiste premiate di compiere importanti progressi nella loro carriera. Le artiste che hanno vinto le edizioni precedenti del Max Mara Art Prize for Women sono: Corin Sworn (2013-2015) – Sworn (nata nel 1975) ha creato un’opera ispirata alle rappresentazioni della Commedia dell’Arte sviluppatesi in Italia nel XVI secolo. È possibile vedere il lavoro realizzato dall’artista presso la Collezione Maramotti fino al 28 febbraio 2016. Sworn ha ricevuto il Premio Leverhulme nel 2015, il riconoscimento per lavori di ricerca di eccezionale valore di artisti che hanno già riscosso un certo successo internazionale e la cui carriera futura appare estremamente promettente. Laure Prouvost (2011-2013) – Laure Prouvost ha creato un’ambiziosa installazione di grandi dimensioni per la mostra del Max Mara Art Prize, per la quale ha ricevuto il Turner Prize nel 2013. Andrea Büttner (2009-2011) – Una parte dell’opera di Andrea Büttner creata per la mostra del Max Mara Art Prize, The Poverty of Riches, e intitolata Untitled (Paintings) (2011) ha partecipato alla grande mostra allestita dalla Whitechapel Gallery, Adventures of the Black Square nel 2015. Hannah Rickards (2007-2009) – Questo riconoscimento ha consentito ad Hannah Rickards di realizzare l’opera ambiziosa che stava preparando prima di vincere il Premio. Rickards ha inoltre ricevuto il Premio Leverhulme nel 2015 e le sue opere sono state presentate in un’importante mostra presso il Modern Art Oxford nel 2014. Margaret Salmon (2005-2007) – Margaret Salmon ha viaggiato in Italia e ha creato un trittico di film in bianco e nero che esplorano i temi della maternità. Ha poi partecipato alla Biennale di Venezia nel 2007.

• Il Gruppo Max Mara è stato fondato nel 1951 da Achille Maramotti e ora è guidato dalla nuova generazione. È una delle aziende di moda prêt-à-porter più importanti al mondo, con 2462 negozi in oltre 100 paesi.

• La Collezione Maramotti ha aperto al pubblico nel 2007 a Reggio Emilia. È una collezione privata di arte contemporanea con un’importante collezione storica (1950-2000); espande la sua attività con nuove commissioni e progetti realizzati da artisti internazionali emergenti o a metà carriera. Per ulteriori informazioni, si prega di visitare www.collezionemaramotti.org

• Da oltre un secolo Whitechapel Gallery presenta opere inedite di artisti di fama mondiale, dai maestri dell’arte moderna a quelli contemporanei. La Galleria è famosa per il suo lavoro di ricerca e promozione di artiste emergenti o affermate e ha organizzato importanti mostre personali di Barbara Hepworth (1955), Eva Hesse (1979), Frida Kahlo (1982), Nan Goldin (2002), Sophie Calle (2009), Gillian Wearing (2012) e Sarah Lucas (2013). La Galleria è un punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea e svolge un ruolo centrale nel panorama culturale londinese; la sua presenza è essenziale per la crescita continua del distretto d’arte contemporanea più vitale al mondo.