Corso per Curatori 2014: Sumitra Simonini
Esiti finali: Anemoi
Una volta accettato il laboratorio propostomi dalla mia professoressa Sergia Avveduti dell’Accademia di Belle Arti, mi sono trovata assieme a degli altri miei compagni di università a Faenza, al Museo Carlo Zauli a intraprendere il percorso didattico di tipo curatoriale.
I primi incontri sono stati ovviamente con i responsabili del Museo che hanno spiegato tale progetto in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, in cui gli studenti partecipanti avrebbero intrapreso la strada dei curatori degli artisti in residenza.
Io sono stata assegnata al gruppo femminile Anemoi:
“Il gruppo Anemoi si forma alla fine del 2013 con l’interesse fondante di innestare delle aperture nella continuità del reale. La nostra attività di ricerca e scambio è iniziata a distanza, tra Venezia e Londra e il blog What are we supposed to do do do è stata una piattaforma fondamentale per la condivisione dei pensieri. La decisione di formare questo gruppo è emersa con spontaneità, come risposta alla comune urgenza di traslare la nostra ricerca artistica sulla realtà che ci circonda, ripensando i valori di astrazione, rappresentazione e narrazione.
ll gruppo si è concentrato sull’importanza di un certo atteggiamento preliminare, di una disposizione di intenti la quale, una volta attivata, potrebbe secondo noi influenzare radicalmente l’esito del nostro lavoro e il suo impatto sulla realtà circostante. A riguardo è preziosa una frase di Raoul Vaneigem che afferma: The desire of another life is that life already”.
Una volta conosciute tutte le ragazze, queste hanno iniziato a lavorare al progetto proposto per il Museo Zauli, il “CONDENSATORE/RISUONATORE”, ovvero una sorta di strumento musicale, naturale di materiale ceramico. Oggetto costituito da tre parti principali (zona tubolare, una parte centrale più arrotondata e un’altra zona conica più ampia).
Come prima cosa sono stati creati gli stampi in gesso delle tre parti che compongono l’opera, come ad esempio la base, che per dargli la forma arrotondata è stato usato, come stampo, una palla di plastica per bambini, di media grandezza. Una volta asciugato lo stampo in gesso, si è passato a ricoprirlo con la ceramica, lavorata precedentemente in modo da eliminarne ogni bolla d’aria interna che in cottura avrebbe potuto far scoppiare o crepare l’opera.
Il prodotto finale ha come una sorta di funzione sonora, è uno strumento musicale a fiato dove:
“L’immissione dell’aria, del respiro fuoriesce sotto forma di suono spesso come richiamo per la collettività, alle volte come segnale per passare all’azione o come strumento per la produzione di suoni con la funzione di intrattenere o di attivare pratiche rituali”.
Il mio ruolo durante la creazione del Condensatore/Risuonatore delle artiste è stato di assisterle durante tutto il procedimento di creazione (imparando anch’io, allo stesso tempo, le varie tecniche utilizzate e l’uso della ceramica faentina, famosa in tutto il mondo), fare foto per l’archivio del Museo, capire la storia di ognuna delle ragazze e di come è avvenuta la nascita di Anemoi, i loro progetti passati, presenti e futuri.
Sono contenta di questa esperienza, perché mi ha dato modo di osservare da vicino, tutta la complessità che c’è dietro un Museo; vedere dall’inizio la progettazione e la creazione di un’opera, le problematiche che si possono creare e come tanti individui lavorino come un’unica entità per la risoluzione di ogni sorta di problema e far sì che ogni cosa funzioni.