WAM! 2019
differente
28 settembre ore 18
Aperitivo di inaugurazione del festival
Rassegna di video danza a cura di Festival Espressioni
Performance a sorpresa
Wam! è un festival di teatro, danza e arti performative in programma fra il 20 settembre e il 20 ottobre 2019 nella città di Faenza. L’edizione di quest’anno – la settima – sarà incentrata sul tema de “la differenza, le differenze”, inteso come paradigma culturale da cui tornare ad osservare e criticare la contemporaneità: differenza quindi come diversità, confronto io-altro e, più in generale, noi-gli altri, ma anche differenza come sguardo differente, capace di superare le apparenze e scavare in profondità alla ricerca di nuove letture, ancora inedite.
Il museo ospita l’aperitivo di apertura, oltre ad una rassegna di videodanza e ad una performance a sorpresa.
Il festival, che quest’anno è curato dalla compagnia Iris in collaborazione con Andrea Fronzoni della compagnia In_Ocula, sarà sviluppato in stretta collaborazione con Perypezye Urbane, collettivo milanese che opera nel campo della promozione della danza contemporanea. Due i contributi di Perypezye Urbane in tema di programmazione: gli spettacoli di cinque giovani danzatori del progetto Dance Me! (Elisa Sbaragli, Tommaso Serratore, Luna Paese, Daria Menichetti e Marianna Andrigo) e la proiezione della rassegna di video-danza Espressioni.
Tra gli obiettivi principali del festival vi è innanzitutto il coinvolgimento della città: gli spettacoli, gli incontri e i laboratori saranno ospitati, oltre che al Museo Zauli, all’interno del Museo Internazionale delle Ceramiche, del Teatro Masini, della Casa del Teatro e della Biblioteca Manfrediana, facendo di Wam! un festival diffuso sulla città, in constante dialogo con i principali centri culturali faentini.
Inoltre, da sempre Wam! si rivolge alle giovani generazioni, puntando al coinvolgimento dei giovani nella programmazione, distribuzione e fruizione del festival: alla luce di questa vocazione, l’edizione di quest’anno vedrà la collaborazione con Atelier Be, giovane associazione faentina, per l’ambito della comunicazione e promozione del festival; inoltre, è previsto il coinvolgimento dei licei cittadini per lo svolgimento dell’alternanza scuola lavoro e il coinvolgimento delle scuole di danza della città, ai cui allievi sarà riservata la possibilità di partecipare ai workshop condotti dai danzatori ospiti di Wam! e, in un caso specifico, di proseguire quest’esperienza pedagogica prendendo parte ad uno spettacolo in programma al festival.
Wam! festival, patrocinato dal Comune di Faenza, è sostenuto dal Museo Internazionale delle Ceramiche ed è reso possibile grazie al contributo di Digialta, Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza, Conad, Litografia Fabbri, R&B Bartè e Gemos.
Il festival quest’anno si interroga sul tema della Differenza.
Differenza come risultato dell’operazione del togliere, dello spogliare, dell’eliminare.
Differenza come distanza, come spazio fisico necessario per mettere a fuoco (un testo, un paesaggio, una persona), per vedere e saper vedere, per fare ordine, per permettere alle categorie mentali e culturali di organizzarsi e attivarsi criticamente nei confronti dell’altro da sé.
La differenza è allora uno spazio necessario.
Differenza è prima di tutto l’altro da sé, necessariamente diverso prima che uguale e necessariamente distante per poter essere letto come diverso, cioè differente.
Differenza suona allora come la parola d’ordine nel mondo contemporaneo fagocitato dalla globalizzazione, in cui tutto si assomiglia e dove le differenze sono ridotte ai minimi termini, per evitare di riflettere, criticare, prendere coscienza e fare i conti con l’altro che non è uguale a noi.
Differenza è il paradigma da cui ripartire, la prospettiva da cui tornare ad osservare il mondo per recuperare quella ricchezza vitale che stiamo perdendo, in termini non solo umani ma anche di ecosistema globale.
Io e l’altro è prima di tutto differenza.
Differenza è saper leggere la distanza (spaziale, culturale, mentale) che separa l’io dall’altro.
E, di conseguenza, saper scorgere i punti di contatto, di intersezione, di vicinanza.
Accettare la differenza fino in fondo o rifiutarla sono due scelte legittime.
Differenza diventa in questo senso la chiave di lettura dell’accoglienza o del conflitto, di una diversità cioè che può essere accettata e fatta propria o rifiutata e combattuta.
In un mondo paradossalmente dominato dalla globalizzazione e lacerato dal conflitto, differenza è il focus necessario con cui tornare ad indagare la realtà contemporanea e le pratiche artistiche che la attraversano.