L’incontro è organizzato dall’Assessorato alla Cultura Comune di Faenza e Biblioteca Comunale Faenza, in collaborazione con Scuola Comunale di Musica G.Sarti, Bottega Bertaccini, Ed. Laterza e Museo Carlo Zauli
La sua “Romagna mia!” è costruita con lo stile, quello della sana ironia, che da sempre caratterizza la sua scrittura e che trova espressione proprio in questa rilettura “seriosa” dell’essere e sentirsi personaggio della terra chiamata Romagna.
Di sé e del suo libro dice Cavina: “La Romagna in fin dei conti è più un’invenzione dei suoi abitanti che una precisa espressione geografica: uno stato della mente, insomma, un’isola del carattere. Non avrei mai potuto scrivere questo racconto della mia Romagna senza gli anni di studio forsennato ai tavolini del Bar di Sopra, a Casola Valsenio. In una terra di chiacchieroni come la nostra, popolata da gente che bacaglia da mattina a sera, il passato e il presente si mischiano in continuazione e niente ha mai davvero un principio e una fine. Come unità di misura, ho usato la mia dolcissima e sgangheratissima famiglia. Sono uno degli ultimi della mia generazione a essere nato in dialetto, tra persone che parlavano solo quello, e sono cresciuto in una lingua meticcia italiano romagnola in cui le cose accadevano diversamente”.
Cristiano Cavina è nato a Faenza nel 1974 (ma solo perché a Casola Valsenio non c’era l’ospedale…). Diplomato come perito elettrotecnico all’Istituto Tecnico Industriale “Alberghetti” di Imola, lavora come pizzaiolo da più di vent’anni. I suoi romanzi Alla grande, Nel paese di Tolintesàc, Un’ultima stagione da esordienti, I frutti dimenticati, Scavare una buca, sono tutti pubblicati da Marcos Y Marcos.